COS’È IL LONG COVID? PUÒ CREARE DANNI AL CUORE?

Il Long COVID è una sindrome clinica caratterizzata dalla presenza di alcuni sintomi legati all’infezione da SARS-CoV-2 (COVID19), che insorgono o persistono anche per settimane o mesi dopo la guarigione dal virus. Il quadro clinico può variare da paziente a paziente e non sempre i sintomi avvertiti vengono subito ricondotti alla precedente infezione. Per quanto riguarda i sintomi cardiologici, un meccanismo autoimmune (cioè prodotto dal sistema immunitario del paziente stesso) sembrerebbe essere alla base di complicanze cardiache che persistono per mesi dopo la guarigione da Covid-19. Sono questi i risultati di uno studio, pubblicato sulla rivista Circulation, firmato da ricercatori dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Milano.

Lo studio è stato condotto su campioni di sangue di pazienti ricoverati per Covid-19 ed è stato rilevato che le complicanze cardiovascolari sono frequenti nei pazienti guariti da Covid-19, soprattutto in chi ha sofferto di una forma grave dell’infezione. La metà dei pazienti ricoverati per Covid-19 che avevano alti livelli di troponina (un indicatore di danno al tessuto cardiaco) presentavano anomalie nella risonanza magnetica cardiaca anche a 6 mesi dalla guarigione.

L’aggressione del virus e le risposte immunitarie

Il danno a organi e tessuti a seguito dell’infezione da Covid-19 può essere causato sia dall’aggressione diretta da parte del virus e sia dalla risposta immunitaria provocata dal virus e poi rivolta – erroneamente – contro gli organi del paziente infetto. Il secondo fenomeno è in grado di spiegare il danneggiamento di tessuti che SARS-CoV-2 non ha attaccato direttamente ed il perché questo danno persista anche dopo l’infezione, cioè quando il virus non è più presente, come accade nel Long Covid.

Per capire cosa succede nel caso di complicanze cardiovascolari, i ricercatori hanno coinvolto nello studio pazienti ricoverati presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas con Covid-19, concentrandosi in particolare su chi, a distanza di 6 mesi dalla dimissione, mostrava ancora, alla risonanza magnetica, un danno cardiaco. Si tratta di persone sane, che non avevano una storia di malattie cardiovascolari alle spalle. Analizzando i campioni di questi pazienti si è scoperta un’attivazione anomala di alcuni tipi di globuli bianchi – le cellule B, quelle deputate a produrre gli anticorpi – e sono stati identificati alcuni auto-anticorpi che attaccano “per sbaglio” i tessuti del cuore.